Il secondo ciclo è dunque giunto a termine … è stato sottolineato il buon risultato in termini di numero di votanti e anche di interesse suscitato dai diversi progetti. Ma abbiamo anche visto pareri contrastanti girare sui social e immagino che chi ha seguito da vicino il percorso abbia anche dovuto fare i conti con alcune difficoltà e dubbi. Vogliamo parlarne?
Ma certamente! Il risultato non ha eguali rispetto ad esperienze analoghe fatte in altri Comuni assimilabili per modalità di voto. In rapporto alla popolazione residente (è il parametro più comodo da usare) i votanti a Cesano sono stati il 5,64% mentre anche in Comuni con più consolidata esperienza (come Rho, Parma o Pavia) di solito ci si ferma intorno al 3-4%. E’ andata bene, secondo me, anche per quanto riguarda la qualità dei progetti e la capacità di aggregazione che è andata via via emergendo intorno ad alcuni gruppi di cittadini che hanno preso a cuore questa o quella tematica. Eravamo per contro partiti un po’ in sordina con i primi incontri a maggio ma poi le cose si sono messe in moto. Questo però non vuol dire che sia stato tutto facile, anzi!
Una prima obiezione: ma siamo sicuri che sia sensato mettere in mano la decisione su alcune opere da realizzare a singoli cittadini che hanno mediamente una visione inevitabilmente parziale dei bisogni della città? Sindaco e politici non sono forse eletti proprio per decidere cosa sia meglio?
La questione secondo me va posta diversamente. E’ vero che esistono quelle che i dotti chiamano “asimmetrie informative”, cioè diversi livelli di consapevolezza fra il singolo cittadino da una parte che conosce molto bene i problemi di quella porzione di città che ha sotto casa e che lo toccano da vicino ma può avere più difficoltà a cogliere il collegamento fra le varie questioni sul tappeto e, dall’altra, Sindaco e assessori che invece, per forza di cose, dispongono di maggiori strumenti ed informazioni. Ma è anche vero che il bilancio partecipativo, per come lo abbiamo inteso a Cesano, non è in nessun modo un’alternativa alla cosiddetta “democrazia rappresentativa”. A Sindaco, assessori e classe politica tutta insieme, opposizione compresa, spetta certamente il compito di fare le scelte di fondo e portare avanti nel tempo quelle attività che costituiscono, per così dire, la “cornice” di riferimento. E’ dentro questa “cornice” che dovrebbero collocarsi le scelte più specifiche e se vogliamo circoscritte sulle quali i cittadini possono interagire in modo reale con il bilancio partecipativo. Quanto più gli amministratori riescono ad avere chiara questa “cornice” e a trasmetterla, tanto più pertinenti e di qualità possono risultare le proposte che nascono con il bilancio partecipativo. La domanda di partenza allora va ribaltata: non dobbiamo chiederci “sono i cittadini in grado di … “ ma: “siamo noi, come classe politica, capaci di fare questo? di spiegare bene le questioni che ci sono sul tappeto facendo anche emergere delle soluzioni alternative in modo che le persone possano partecipare a ragion veduta?“. E poi non me la sentirei di dire che in un mondo complesso come quello in cui viviamo oggi l’unico modo che abbiamo di prendere decisioni debba essere quello di delegarle a pochi super esperti. Intanto perché super esperti in giro non ce ne sono e poi perché la democrazia (perché di questo si tratta alla fine) vive di partecipazione: non è vera democrazia se chiamiamo i cittadini a votare una volta ogni cinque anni e poi facciamo tutto fra di noi anziché rimetterci in gioco con spazi e procedure strutturate dentro le quali tutti possano attivarsi, portando bisogni, competenze, sogni. Infine c’è un argomento che mi sembra decisivo: il primo compito di Sindaco e politici che vengono eletti è quello di lavorare affinché moltitudini di singoli individui riescano ad essere una comunità. A me sembra improbabile che ci si possa sentire una comunità se in qualche modo non si attivano strumenti per condividere per quanto possibile le scelte. Il bilancio partecipativo è uno di questi strumenti, non è il solo ma certo è piuttosto ambizioso negli intenti. Molto anche penso che dovremmo fare in questa direzione recuperando il ruolo dei partiti politici.
Che tipo di reazioni ha suscitato l’esperienza del bilancio partecipativo?
Intanto raccontiamo qualcosa sulle origini di questo progetto a Cesano. Siamo nel 2015 quando la proposta, che parte in Consiglio Comunale dai banchi del PD e viene approvata all’unanimità, invita l’Amministrazione ad avviarne la sperimentazione. Ci sono alcuni, pochi, esempi di attività analoghe svolte in altri Comuni ma di sperimentazione comunque si tratta. Alla fine del 2016 si parte con un primo tentativo. Qualcuno ci crede, qualcuno meno perché ha legittimamente schemi mentali diversi e perché le incognite ci sono tutte. Un certo numero di cittadini cominciano però a seguire la cosa e ad entrare nella logica. Una partecipazione non di massa, direi, ma sicuramente sentita, “preziosa” direi dato il contesto. Bisogna infatti fare i conti con il dato culturale di fondo: l’indifferenza dei più, la distanza rispetto ad ogni proposta che riguarda la sfera collettiva e che richieda un impegno. Oppure la tendenza ad occuparsi si della cosa pubblica, ma solo in chiave rivendicativa o, anche, la tendenza a lamentarsi di tutto e di tutti ma senza alcuna reale voglia di confrontarsi su proposte concrete. Tutto questo è difficile da superare. Però si deve saper lavorare controcorrente e qualcosa di importante direi che è comunque venuto fuori anche e soprattutto grazie alla qualità del lavoro svolto dall’ufficio comunale preposto.
Che ne sarà dei progetti che non si sono classificati al primo posto? Contengono temi e proposte che spiace possano essere accantonati ...
Una delle cose che il bilancio partecipativo prova a ricordarci è che le risorse a disposizione non sono illimitate e che quindi non possiamo ingannarci e ingannare facendo finta che si possa promettere di fare tutto. Tuttavia il lavoro fatto resta all’attenzione dell’amministrazione comunale e non è quindi escluso che singole parti non possano nel tempo essere recuperate come del resto è avvenuto con lo skate park che era compreso in uno dei progetti non vincitori del primo ciclo e che alla fine è stato inaugurato in via Trento pochi giorni fa. Aggiungo anche che tutta la documentazione riguardante i bisogni segnalati dai cittadini nella fase di ascolto è disponibile sul sito. Si tratta di spunti che a mio avviso le forze politiche potranno utilmente riprendere anche in funzione dei programmi elettorali che nei prossimi mesi dovranno predisporre.
C’è qualcosa che va migliorato?
Sicuramente sì. Dobbiamo secondo me rendere più accessibili alcuni passaggi. Ne parleremo più avanti ma la prima cosa che mi viene in mente è che dovremmo aprire maggiori spazi alla partecipazione dei ragazzi in età scolare che si è rivelata molto intensa: sono state circa 400 le cartoline che erano state distribuite a scuola e che sono ritornate compilate con spunti in molti casi simpatici e utili. Dovremmo riuscire a far pesare di più questo loro contributo anche nella fase di co-progettazione e di voto.
Fulvio Paladini
18 ottobre 2018
A CESANO SI VOTA! NON SARA' FACILE SCEGLIERE ...
... fra i cinque progetti elaborati dai cittadini che hanno partecipato ai gruppi di co-progettazione del bilancio partecipativo, iniziativa che il nostro Comune ha in corso dal mese di ottobre.
E' stata annunciata per GIOVEDI' 19 GENNAIO, alle ore 21, in Villa Marazzi, la serata di presentazione delle proposte a cui farà subito seguito l'apertura della fase del voto aperta a tutti i cesanesi (di età superiore ai 16 anni).
Rimandando all'incontro di giovedì per conoscere nel dettaglio le proposte e le modalità del voto mi sembra intanto oggi che possa essere giusto spendere una parola di apprezzamento per l'impegno che c'è stato da parte di coloro hanno partecipato agli incontri di "ascolto" e poi di "co-progettazione" mettendoci cuore, tempo e capacità di proposta. Erano davvero tanti i bisogni e gli spunti emersi nei primi quattro incontri (cinque includendo un incontro auto-organizzato dai cittadini del Giardino) e ancora più nelle circa 300 cartoline arrivate dai ragazzi delle scuole. Comporre tutto ciò in alcune sintesi condivise e con prospettive di concreta realizzabilità è stato un risultato che non era per niente scontato.
I cinque temi progettuali che ci vengono proposti per il voto (scuola e cultura, giovani e luoghi di aggregazione, sicurezza stradale, giochi inclusivi nei parchi, rimozione di una fontana e rigenerazione di una piazza al quartiere Giardino) sono tutti importanti per la nostra città.
Però ora c'è da fare una scelta, il voto stabilirà un ordine di priorità nella realizzazione delle proposte perchè le risorse a disposizione (200 mila euro del capitolo del bilancio comunale riservato a investimenti) non bastano a finanziare tutti e cinque i progetti. Del resto il valore formativo del bilancio partecipativo è anche questo: ascoltarsi e capire i bisogni ma nello stesso tempo fare i conti con i vincoli, sia pratici che economici, senza rinunciare a cercare soluzioni e, soprattutto, provando a farlo insieme; partire da bisogni più localizzati e sensibilità particolari per provare ad arrivare a soluzioni di utilità comune, scegliere cosa fare subito e cosa tenere nel cassetto per domani.
Dietro tutto questo c'è un'idea circa il modo migliore per essere oggi cittadini, parte attiva della propria realtà. Va anche detto che tutto ciò è in controtendenza rispetto al clima che prevale intorno a noi. Proprio per questo, secondo me, è un'opportunità da cogliere il più possibile.
15 gennaio 2017
SCEGLIAMO CESANO! IL BILANCIO PARTECIPATIVO LABORATORIO APERTO
“Laboratorio” … è la parola giusta per definire il percorso del bilancio partecipativo che si sta svolgendo nella nostra città. Dopo i primi quattro incontri pubblici della fase di ascolto c’è ora tempo (qualche giorno) per chi voglia inserirsi e candidarsi per il lavoro nei laboratori di co-progettazione previsto per sabato 26 novembre; gruppi di cittadini possono, se vogliono, organizzare incontri auto-gestiti prendendo contatto con gli organizzatori del percorso (c'è tutto nel sito: www.bilanciopartecipativocesano.it - sezione Documenti ).
Nel frattempo è ora possibile (sempre sul sito) prendere visione dei resoconti degli incontri pubblici che si sono tenuti nei quattro rioni. Vi si trova tutto un ventaglio di spunti, di segnalazioni, anche già di proposte seppur allo stato embrionale e seppur non ancora richieste in questa prima fase. Sono ricorrenti alcune tematiche come quella della sicurezza stradale, della viabilità, soprattutto ciclo-pedonale, della rigenerazione di alcuni angoli di territorio (soprattutto parchi minori). Ci sono alcune proposte che riguardano la richiesta di nuove strutture per la socializzazione o per lo svolgimento di attività sportive all’aperto. I giovani in particolare chiedono l’apertura o la riapertura (nel caso anche con interventi di riadattamento) di strutture per ritrovarsi ma anche la creazione di zone free wi-fi.
Ho provato, per curiosità personale (altri lo faranno in modo professionale e in via ufficiale), a raggruppare gli spunti presenti negli elenchi, accorpando quelli similari, enucleando quelli che non sono gestibili come bilancio partecipativo perché riguardano interventi di spesa corrente (con questo percorso si possono finanziare solo investimenti), tralasciando quelli che sono troppo generici o chiaramente inattuabili oppure già compresi in interventi comunque in atto o in fase di avvio ad opera del Comune.
Ebbene, ho alla fine contato una ventina di segnalazioni a cui si può abbastanza facilmente immaginare che sia possibile dar seguito con concrete proposte progettuali. Altrettante ne ho contate fra quelle che meritano invece un approfondimento sotto il profilo della fattibilità tecnica. Si tratta comunque di mie personali curiosità; saranno alcuni esperti a guidarci in questo cantiere (o meglio, laboratorio) che tra qualche giorno, finita la prima fase (presto arriveranno anche le "cartoline" dai ragazzi delle scuole), si aprirà.
Saranno i cittadini disponibili a mettersi in gioco (nella giornata del 26 novembre) a lavorare sulle esigenze emerse (o che emergeranno nella stessa giornata) e, in un contesto strutturato e negoziale, guidato da persone esperte, avendo al proprio fianco i tecnici, a farsene interpreti per giungere infine a opzioni progettuali. Gli altri bisogni, in particolare riferibili alla gestione corrente, saranno comunque all’attenzione del Sindaco per la programmazione propria dell’Amministrazione.
Si tratta di un laboratorio strutturato (pensato cioè per condurre gradualmente, da una moltitudine libera e magari confusa di istanze, di idee ad un set condiviso e verificato di precise proposte progettuali) e pubblico (aperto a tutti nonché ufficiale, istituzionale). Si tratta di una possibilità di partecipazione “efficace” (nel senso che non è un parlare o informarsi fine a se stesso, c’è una reale responsabilità di scelta in funzione di un destino comune). Un buon numero di persone ha già colto questa opportunità (i partecipanti ai quattro incontri sono stati circa 150) che è ancora aperta a chi non ha potuto sin qui inserirsi o non ne ha colto la portata innovativa.
Anche se la loro realizzazione pratica non è mai esente da limiti ed è sempre migliorabile, i percorsi di bilancio partecipativo (parlo al plurale perché vi sono esperienze simili anche in altri Comuni) sono secondo me una grande occasione in un mondo che va purtroppo in un’altra direzione; sono una proposta piuttosto ambiziosa (perché punta ad un livello alto di partecipazione) che però, bisogna esserne consapevoli, poggia su un terreno fragile. Abbiamo spesso infatti, anche se non tutti e non del tutto, smarrito il senso e la voglia di essere parte attiva di una comunità in costruzione, di un rapporto propositivo con e nelle istituzioni. Siamo infatti, di volta in volta, esecutori negli ambienti di lavoro, consumatori fra gli scaffali di grandi centri commerciali, utenti in ambito cittadino, elettori una volta ogni cinque anni. Di ciò che è pubblico ci accorgiamo, non di rado infastiditi, quando ci sembra di non ricevere servizi adeguati, da “utenti”, appunto, che protestano perché “hanno pagato”. In fin dei conti, di solito, nessuno ci dà la possibilità di essere altro.
Non così, almeno con il bilancio partecipativo, almeno a Cesano Boscone, almeno oggi.
6 novembre 2016
Iniziamo a far girare la voce ...
Potrebbe essere utile iniziare a far girare la voce, anche perché la pausa estiva può essere un buon momento per far maturare idee e progetti.
Parliamo di “bilancio partecipativo”, ovvero di un percorso attivato dal Comune nel quale singoli cittadini, gruppi o associazioni, possono proporre progetti di pubblica utilità che, se votati e scelti, verranno poi realizzati con le consuete procedure della pubblica amministrazione. Si tratta di un’opportunità di partecipazione alla vita della propria città di cui si è fatta e si sta facendo esperienza in altri comuni, anche vicini al nostro, come Milano e Rho.
A Cesano il bilancio partecipativo sta per arrivare. C’è la decisione di farlo (a maggio il consiglio comunale, con voto unanime, ne ha deliberato l’adozione) e, in linea di massima, ci sono anche dei soldi: a luglio, con nuova delibera , sono state individuate delle risorse di bilancio che scaturiscono dalla rinegoziazione di alcuni mutui che il Comune ha in corso con Cassa Depositi e Prestiti. Il prossimo passo, di competenza della giunta, sarà quello di definire un regolamento e di avviarlo in concreto, stabilendo un calendario, delle figure di “facilitatori” del percorso, degli strumenti, individuando anche riferimenti all’interno degli uffici comunali perchè si possa lavorare sugli aspetti di fattibilità tecnica delle proposte.
Poi la parola sarà data ai cittadini. Il tempo a disposizione per formulare delle proposte, per fare anche uno sforzo di progettazione pratica, per condividerle all’interno di gruppi e sostenerle (c’è di solito un meccanismo di voto per scegliere fino ad esaurimento dei fondi), penso che sarà alla fine non particolarmente ampio perché ci saranno poi scadenze da rispettare per l’avallo tecnico e l’inserimento formale delle opere prescelte nel bilancio comunale. Per questo è bene “iniziare a far girare la voce”.
Ma quali proposte potranno essere fatte? La definizione spetta alla Giunta ma si può intanto dire che, per la natura stessa delle risorse disponibili in bilancio, dovrebbe trattarsi di “spese di investimento”, non di “spese correnti”. Ovvero, si potranno adottare progetti che porteranno a realizzare opere o acquistare attrezzature di pubblica utilità (e qui il discorso potrebbe essere sviluppato), destinate a durare nel tempo.
La giunta potrebbe poi, anno per anno, decidere di orientare il percorso verso categorie specifiche (giovani, sport, mondo della scuola, comunità straniere, quartieri, ecc) o verso alcuni ambiti quali ad esempio il miglioramento dell’arredo urbano, la manutenzione di strutture, ecc. Sarà però utile, secondo me, in questa prima fase di sperimentazione, tenere il discorso il più possibile aperto per favorire la partecipazione e dare ampia possibilità di espressione.
Funzionerà? Ci sarà partecipazione? Ne scaturiranno opere davvero utili nel tempo? Altrove l’esperienza è stata giudicata positivamente soprattutto perché ha messo in moto le persone, ha fatto emergere competenze, ha costruito relazioni. Percorsi come questo non sono però semplici. Per Cesano è un’opportunità.
1 agosto 2015
E' stata approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale, la mozione che impegna la giunta comunale ad avviare anche a Cesano Boscone un percorso di bilancio partecipativo.
Nei comuni dove è già da tempo una realtà la giunta comunale individua degli spazi nelle voci del bilancio comunale all'interno dei quali singoli cittadini e gruppi hanno l'opportunità di formulare proposte ed elaborare progetti che, nel tempo e trovando il necessario consenso fra i cittadini stessi ( i progetti migliori vengono scelti alla fine di un percorso con pubbliche votazioni ), possono diventare pratiche realizzazioni.
Nell'intervento di presentazione che ho fatto in Consiglio Comunale ho sottolineato in particolare due aspetti.
Primo, questa cosa non è solo per i comuni che hanno 'tanti soldi da spendere', anzi, proprio perchè le risorse sono limitate e le cose da fare sono per definizione sempre tante, un percorso di bilancio partecipativo abitua tutti a scegliere fra alternative, a stabilire delle priorità, ad accettare il fatto che non tutto può essere fatto subito. Il punto però e che, tutto questo, lo si decide insieme, ascoltando tutti.
Secondo, questo percorso non sminuisce il ruolo degli assessori. Anzi, secondo me, lo enfatizza perchè i progetti che nascono dal basso hanno inevitabilmente bisogno di una rielaborazione dal punto di vista della fattibilità tecnica ed amministrativa e questo può portare ad un percorso comune in cui l'assessore funge da facilitatore e da raccordo con gli uffici comunali.
Mi sono infine chiesto, in modo non retorico, se Cesano fosse pronta per un'esperienza di questo tipo che può funzionare solo se la giunta la fa propria con convinzione e se fra i cittadini c'è la capacità di passare dall'opinione alla proposta. Mi è stato risposto dal Consigliere Cella: "si deve essere pronti".
19 maggio 2015
Il testo della mozione PD, (approvata all'unanimità, dopo
precisazione richiesta dal Consigliere di Fratelli d'Italia):
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